Inaugurazione di Casa Marta: un grande meritato traguardo dopo anni di lavoro

    Stimato presidente del Consiglio di Stato Raffaele De Rosa,
    stimato Sindaco Mario Branda,
    cari membri del consiglio di Fondazione di Casa Marta,
    care collaboratrici e cari collaboratori di Casa Marta,
    care amiche e cari amici di Casa Marta

    è un onore e una grande emozione allo stesso momento essere qui ad inaugurare Casa Marta dopo anni di lavoro intenso.

    Il Centro Casa Marta non è solo un edificio, non è solo un tetto o un rifugio per coloro che non hanno una fissa dimora o un luogo caldo e accogliente in cui consumare un pasto. È anche un bel simbolo di solidarietà, una testimonianza di speranza e una dimostrazione del nostro impegno collettivo per garantire a ogni individuo il rispetto e la dignità che merita. Questo era il sogno di mio papà Luca Buzzi.

    E’ un sogno che Luca ha coltivato con determinazione e anche con la giusta dose di ostinazione. Quella stessa ostinazione che lo ha accompagnato in molte delle sue battaglie. Me lo ricordo bene quel giorno del 2009 in cui per la prima volta mi ha esplicitato l’idea di trasformare l’edificio ormai decadente della “ex casa Ostini” in un centro di accoglienza per persone senza fissa dimora. Sul momento, pur avendola accolta subito come una delle sue tante e belle idee generose, mi è sembrata un’altra di quelle proposte utopiche e visionarie. Le difficoltà e gli ostacoliincontrati sul suo cammino sono state infatti tante. L’edificio era fatiscente e di difficile restauro, ormai disabitato da oltre 50 anni, le prime reazioni politiche comunali e cantonali sono state alquanto timide e il vicinato perlomeno un po’ scettico sul progetto di un centro per i senza tetto. Anche durante il cantiere le soprese e gli ostacoli da superare non sono mancati. La ricerca dei finanziamenti si è inizialmente sviluppata tutta in salita, con periodi anche di sconforto. Per diversi anni non si è infatti riusciti ad avere la somma finanziaria per avere le garanzie necessarie e far partire i lavori. Anche grazie alla indispensabile mobilitazione del Cantone Ticino e del Comune di Bellinzona nel 2020 è tornato finalmente il sereno ,e si é potuto guardare avanti con il meritato ottimismo. Nell’estate del 2021 si è infatti potuto partire con i lavori. Mio padre già da tempo ormai combatteva con la malattia ma ha comunque potuto vedere con i propri occhi 12 anni dopo il lancio della sua idea visionaria, l’inizio concreto del cantiere. Dodici anni di ostinato impegno e dedizione certamente fondamentali per la realizzazione della struttura che inauguriamo oggi. Mi dispiace quindi molto che Luca non possa vedere realizzato il suo sogno e non possa essere qui oggi con noi. Questo centro e il servizio alla collettività che presterà nei prossimi anni saranno però giustamente anche in suo meritato onore.

    Il risultato splendido che abbiamo davanti agli occhi e inauguriamo oggi non sarebbe però stato possibile se mia mamma Silvana Buzzi non avesse sostenuto e accompagnato e poi negli ultimi due anni sostituto Luca in questa impegnativa avventura. In questi due anni Silvana si è didicata anima e corpo a questo progetto. Il Cantone Ticino e la città di Bellinzona saranno infinitamente riconoscenti a Luca ma anche a te Silvana, GRAZIE.

    Questa avventura non avrebbe avuto il lieto fine che festeggiamo oggi senza il sostegno e l’impegno del Consiglio di Fondazione di Casa Marta che ringrazio di cuore. In particolare ci tengo a menzionare Renato Minoli che assieme a Silvana si è speso con tanta generosità ed energia in questi ultimi due anni di lavori.

    Termino ringraziando di cuore tutte le istituzioni Cantonali e Comunali, tutti i sostenitori e le sostenitrici della fondazione che hanno creduto nella bontà del sogno visionario di Luca Buzzi e ne hanno quindi permesso la sua realizzazione. Spero che le istituzioni possano supportare in maniera determinante anche in futuro le attività di questo centro. Auguro infine ai collaboratori e alle collabroratrici del centro un buon e proficuo lavoro. Ora toccherà a voi accogliere e accudire gli opisti del centro. Grazie a tutti e tutte!